Il 15 agosto 1944, Festa della Assunta, la zona di Reana del Rojale, un comune a Nord di Udine, fu investita da un imponente rastrellamento da parte delle truppe tedesche. Da parecchi mesi infatti i partigiani della Osoppo Friuli, guidati da Marino Silvestri, avevano preso di mira la linea ferroviaria Pontebbana, che passa proprio nel territorio di Reana. Questa ferrovia era strategica per l’esercito tedesco: attraverso il valico di Tarvisio infatti consentiva il collegamento diretto con l’Austria e la Germania, in pratica aveva la stessa importanza del collegamento dal Brennero. I “guastatori” della Osoppo, riforniti e istruiti dagli agenti della missione britannica, utilizzavano l’esplosivo plastico che veniva posto sotto i binari: ogni giorno qualche tratto della linea era fatto saltare e, di conseguenza, il transito dei treni era costretto a lunghe interruzioni. I tedeschi, evidentemente esasperati da questa situazione decisero di attuare una azione di forza, per convincere la popolazione a non dare sostegno agli osovani.
Nella mattinata del 15 agosto (testimoni dicono verso le nove) circa un centinaio di soldati tedeschi e fascisti, dopo aver circondato il paese, iniziarono un sistematico rastrellamento, fermando tutte le persone con più di 15-16 anni. Tutti i fermati venivano portati nella piazza della chiesa di Reana dove si era appostato un reparto tedesco con le mitragliatrici. Dopo alcune ore di rastrellamento furono portate nella piazza 5/600 persone: possiamo immaginare l’animo di questi poveri, costretti per ore sotto il sole cocente, senza mangiare e senza bere, circondati dai soldati tedeschi con la mitragliatrice puntata e senza sapere a quale destino sarebbero andate incontro. Sempre le testimonianze ci dicono che verso le cinque del pomeriggio giunsero numerosi camion e autocorriere i quali, dopo aver caricato i prigionieri, ripartirono alla volta di una caserma udinese. Una buona parte dei prigionieri fu liberata nei giorni successivi, dopo gli accertamenti, ma alcuni furono deportati nei campi di concentramento e alcuni di questi purtroppo non vi fecero ritorno.
Ma un altro fatto sconvolse quella giornata che avrebbe dovuto essere di festa: due osovani, Gian Carlo Marzona “Piero” e Fortunato Delicato “Bologna” si vennero a trovare proprio nel mezzo di tale situazione: furono visti passare con il loro furgoncino, furono anche messi in guardia dal rastrellamento in corso e di cambiare tragitto, ma evidentemente il senso di sfida dovette prevalere in loro. Proseguirono nel loro percorso probabilmente confidando nella efficacia del lasciapassare di cui disponevano, ma furono fermati al Bivio Morena e nella perquisizione che seguì vennero trovate le armi che trasportavano. Per loro non ci fu scampo: furono messe in atto le disposizioni previste in questo caso, con la fucilazione immediata senza alcun processo. I corpi di Piero e Bologna furono lasciati per ore sulla strada così che la gente di Reana, transitando sui camion sulla quale era stata caricata a forza, vide la scena dei due cadaveri stesi a terra: quella scena, unita al dramma della prospettiva della prigionia o ancora peggio dovette costituire un colpo al cuore e un’ondata di tristezza e di angoscia dovette investire tutti i prigionieri.
Subito dopo la fine della guerra sul luogo della fucilazione fu posta una lapide a ricordo dei due osovani, e ogni anno, al 15 agosto, puntualmente i loro amici si sono ritrovati al Bivio Morena per ricordarne il loro sacrificio. Alla cerimonia ha partecipato fino allo scorso anno anche Cesare Marzona, fratello di Gian Carlo e per lunghi anni presidente dell’APO. Ogni anno Cesare ci ha dato testimonianza di una fedeltà alla memoria e al testo stesso una grande nobiltà d’animo, in grado di dare un giudizio sulla storia degli uomini, così carica di ingiustizie e dolori, indicando percorsi di riconciliazione.
Da quest’anno Cesare Marzona non c’è più, ma il ricordo di Gian Carlo e Fortunato non è venuto meno: il 15 agosto saremo ancora in tanti a ricordarli, a ricordare la loro giovane vita ed il loro sacrificio. La cerimonia è stata organizzata assieme all’ANPI e al Comune di Reana del Rojale.