Il 4 marzo scorso, ricorreva il 45° anniversario della scomparsa di don Carlo Comensoli, cappellano e padre spirituale delle “Fiamme Verdi” bresciane. Domenica 7 marzo nella Chiesa Parrocchiale di Cividate Camuno sarà ricordato con la celebrazione della Santa Messa alle 10:00 (accessi contingentati e regolamentati secondo la vigente normativa Covid).
Nato nel cuore della Valcamonica, a Bienno, il 15 febbraio 1894, Carlo rimane presto orfano di padre, morto da minatore emigrante in Alsazia. Si formò sotto la guida di mons. Zammarchi e padre Bevilacqua e fu ordinato sacerdote nel 1917. Durante la prima guerra mondiale, svolse l’incarico di addetto alla sanità fino al 1919. Attivista del neonato Partito Popolare, divenne parroco a Cividate Camuno nel 1937, maturando nel corso degli anni di servizio pastorale un atteggiamento critico nei confronti del fascismo.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre, entrò in contatto con gli iniziatori del movimento resistenziale in Valcamonica, da Costantino Coccoli a Luigi Ercoli, fino all’incontro con Romolo Ragnoli, col quale avviò un fecondo sodalizio, ospitando nella sua canonica di Cividate il comando clandestino della divisione “Tito Speri” delle Fiamme Verdi. Sospettato d’intelligenza coi ribelli, fu arrestato il 25 marzo 1945 e trasferito a Canton Mombello, fino alla liberazione avvenuta il 24 aprile.
Ritornato a Cividate, fu nominato sindaco e si impegnò per tutta la vita nella difesa dei valori resistenziali e nel sostegno alla rinascita economica e sociale della Valcamonica. Creò l’Archivio storico della Resistenza, raccogliendo documenti e testimonianze della guerra di liberazione camuna e stendendo i cosiddetti “Diari Comensoli”, dettagliati registri storico-memoriali indispensabili per la ricostruzione delle complesse vicende resistenziali bresciane.
Morì a Breno il 4 marzo 1976.