Il Museo è stato inaugurato il 4 settembre 1988 con il nome di ” CASA MUSEO RAGGRUPPAMENTO DIVISIONE PATRIOTI ALFREDO DI DIO” per volontà di alcuni ex partigiani azzurri, chiamati così perchè durante la Resistenza portavano al collo un fazzoletto di questo colore. Grazie ai contributi di autorevoli protagonisti della Resistenza, primo fra tutti Eugenio Cefis ultimo comandante della Divisione Valtoce, il Raggruppamento acquistò dalla famiglia Antiglio l’edificio ed allestì il museo con il lavoro volontario dei suoi uomini e quindi, il 25/03/1992 lo cedette a titolo gratuito al Comune di Ornavasso, riservandosene la gestione. Ornavasso fu scelta come sede museale perchè il paese fu culla della Divisione Valtoce e la casa fu danneggiata da un colpo di mortaio dai nazifascisti. Nel “Museo della Resistenza” si conservano documenti, manoscritti, fotografie e reperti che testimoniano la vita della Divisione. La Valtoce ebbe inizio nella primavera del 1944 quando il gruppo di giovani Ornavassesi, capeggiati da Nicola Rossi, dopo parecchi contatti in montagna ed anche al piano, in una memorabile riunione all’Osteria Vallesano ad Ornavasso in via del Bosco, sciogliendosi, rinunciava alla propria autonomia ed accettava la proposta di Alfredo Di Dio di dare vita ad una formazione aperta a tutti, qualunque fosse il credo politico, connotata da caratteristiche militari, che si prefiggeva come scopo primario la liberazione dell’Italia dal fascismo e dai tedeschi. Il gruppo diventa “I° GRUPPO OSSOLA” unificando i gruppi di Migiandone, Rumianca, Casale Corte Cerro e Omegna che, pur mantenendo le proprie posizioni anche per esigenze di approvvigionamento, fanno tuttavia capo ad Ornavasso. La prima attività è dedicata al recupero di armi, all’organizzazione dei collegamenti ed al reclutamento di uomini. L’organico cresce celermente. Il 29 giugno 1944 a Prata Alberto (Cefis) e Marco (Alfredo Di Dio) esaminano l’entità delle forze partigiane in Ossola: la formazione Di Dio, apolitica, composta da circa 500 uomini; il gruppo comandato da Bruno Ruto in Val Strona composto da circa 350 uomini; il gruppo comandato da Superti sulla riva sinistra della Toce con meno di 200 uomini ed alcuni reparti della costituenda 2° divisione Garibaldi di Moscatelli tra la Valsesia e l’Ossola al comando di Pippo (Coppo); scarse le opere di fortificazione e di difesa, salvo quelle della punta di Migiandone, costruite durante la Prima Guerra Mondiale nella roccia. Il rastrellamento del giugno aveva portato ad un forte sbandamento dei resistenti, perciò si decise di organizzarsi in “Divisione” per occupare l’intera vallata dalla Svizzera ad Ornavasso, secondo le direttive del CNL. Nacque così la Divisione Valtoce, con sede del comando di Alfredo Di Dio al Boden di Ornavasso. La “Valtoce” diede un forte contributo alla liberazione ed alla difesa del territorio: Alfredo Di Dio con Dionigi Superti, comandante della “Valdossola”, firmò la resa di Domodossola da cui nacque la splendida esperienza dei quaranta giorni di libertà della Repubblica dell’Ossola. Tuttavia la violenza degli attacchi nazifascisti e la superiorità di uomini e di mezzi delle forze nemiche imposero il ripiegamento ed Alfredo Di Dio cadde al Sasso di Finero in una tragica imboscata. In seguito la Divisione rinsaldò i collegamenti con Busto Arsizio, l’Alto Milanese e l’Alto Novarese, zone dove vennero raccolti oltre 22.000 uomini nel Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio”. Nella primavera del 1945 la Divisione Valtoce disponeva di 1200 uomini, di cui molti erano fuorusciti dalla Svizzera, e partecipò alla liberazione nazionale il 24 a Stresa ed il 25 aprile a Meina; dal 26 al 28 ottenne la resa delle SS a Milano, dove tutte le forze dell’Ossola sfilarono trionfanti il 6 maggio, pronte per la pagina più importante della Repubblica e della Costituzione.