Il giorno della Liberazione, 75 anni fa.
E’ sera. “Livio” vuole organizzare un colpo di mano per liberare i prigionieri politici dal carcere di San Vittore, vuol fare uscire i suoi compagni di prigionia, subito. I neri sparano e poi si dileguano. Nel parapiglia, “Livio” non si trova più.
Trovato, il mattino seguente all’obitorio… la salma: un foro in fronte.
Ultima vittima a sigillo dell’estremo sacrificio “la vita per l’Italia”.
Sottotenente degli Alpini, dopo l’8 settembre ’43, riuscì a rientrare ad Omegna in famiglia, ma subito si rifugiò in montagna: sosta all’alpe Quaggione, da lì a Cortevecchio sopra Ornavasso fino a dicembre, poi a Campello Monti in Val Strona con Filippo Maria Beltrami. Proprio il Capitano, che insieme ai fratelli Antonio e Alfredo Di Dio aveva coltivato l’idea, chiese a “Livio”, all’epoca studente universitario, di scrivere un giornale in piena libertà di espressione; ma Oddicini non trovò lo stampatore fino ad agosto quando, con il sostegno di Rutto e del Comitato di Omegna dichiarata ‘zona neutra’, riuscì a dare il via al giornale. Dopo il precedente periodo passato a Pieve Vergonte, impiegato della Rumianca e attivo nella Valtoce, l’11 settembre 1944 giunse a Domodossola liberata: aveva “IL CRIVELLO” fresco di stampa; Mario Bonfantini ne fu colpito e incaricò “Livio” della redazione di “LIBERAZIONE. giornale della Giunta Provvisoria di Governo e delle Formazioni Militari dei Patrioti dell’Ossola”.
Fuoruscito a Murren in Svizzera, al termine della Repubblica, riuscì a rientrare in Italia a Milano e si unì alle Matteotti. Catturato e incarcerato a San Vittore ne uscì, grazie ad uno scambio di prigionieri il 23 aprile 1945. Felice della Liberazione, “… Il capo giovane e temerario degli sciatori dell’Alta Val Formazza, cadde il 25 aprile… “ (Mario Bonfantini)
Noi lo ricordiamo citando i versi di Ugo Foscolo, così come i suoi genitori li hanno riportati sul monumento funebre nel cimitero di Omegna:
… E tu onore di pianti, Licinio, avrai
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.