All’improvviso, ci siamo trovati in una realtà nella quale non solo le abitudini quotidiane, ma anche le nostre certezze sembrano crollate. Su ogni semplice gesto, come fare la spesa, uscire, incontrare persone ed amici, è improvvisamente scesa una coltre di dubbi e di timori, che ogni aggiornamento dei media sulla diffusione del contagio accresce e che è ulteriormente amplificata dalla ridda di voci sui social.
La drammatica situazione che l’Italia vive in questi giorni, del tutto inedita e così epocale, fa pensare: in un momento storico che era segnato dall’individualismo esasperato e dal tornaconto personale, assunti come unico criterio di riferimento, stiamo riscoprendo il senso di appartenenza, l’importanza di sentirsi parte di qualcosa di più grande, di cui vale la pena prendersi cura e che si può prendere cura di noi; dopo anni dominati da sentimenti di avversione e disprezzo per la politica, i suoi luoghi e protagonisti, stiamo recuperando il valore del senso civico, del bene comune, la dimensione della solidarietà e le tante conquiste sociali e civili che essa ha ispirato; stiamo abbandonando l’idea che l’impreparazione sia un merito e stiamo dando nuovamente credito alla parola di scienziati ed esperti. Questi giorni di stasi obbligata sono occasioni preziose anche per prendere coscienza di tutto questo e per ripensare, con rinnovata attenzione, ai tanti episodi ed alle tante figure che costellano la storia delle formazioni autonome nel corso del Secondo Conflitto Mondiale e della Resistenza: tempi terribili, venti mesi di drammatiche sofferenze, ma anche una forte presa di coscienza, di tipo morale ed ideale, e la ferma consapevolezza che, prima del dibattito democratico, segnato da inevitabili e necessarie divergenze, occorre rinsaldare i vincoli, tanto preziosi quanto fragili, del bene comune e non privilegiare interessi di parte. Soprattutto in questi momenti difficili, come Federazione Italiana Volontari della Libertà, abbiamo il compito di ricordare a tutti quanto la Resistenza ci ha insegnato, che è indispensabile guardare al molto che ci unisce, piuttosto che al poco che ci divide e porre sempre al centro il bene comune.
Auspico che tutte le nostre Associazioni si assumano per quanto possibile questo compito di memoria e di richiamo, certo che questo inverno forzato finirà e, con la primavera, arriverà presto la Liberazione.