Nel febbraio del 1918 a Montecatini, dopo la fuga precipitosa dei genitori nei giorni di Caporetto, nasceva Giovanni Battista Berghinz, medaglia d’oro al valor militare, partigiano nelle fila della Brigata Osoppo, torturato e ucciso nella Risiera di San Sabba.
L’Associazione Partigiani Osoppo nella caserma di via San Rocco in Udine che gli ne è dedicata ricorderà assieme ai militari del III Guastatori l’eroe in una significativa cerimonia che si terrà giovedì 6 dicembre alle ore 15,30.
Giovanni Battista Berghinz, figlio di una delle più illustri famiglie udinesi, dopo gli studi classici brillanti ed aver incominciato la frequenza universitaria, all’approssimarsi della seconda guerra mondiale si iscrive alla scuola allievi ufficiali di artiglieria, ma ben presto come molti giovani d’allora affascinati dal volo, non potendo diventare pilota studia da osservatore aereo. Dall’alto degli aeroplani guida le batterie degli artiglieri e, una volta entrata l’Italia in guerra, svolge la sua missione in vari fronti dai Balcani alla Libia sino in Francia. Ed è proprio nel sud della Francia che lo coglie l’8 settembre 1943. I tedeschi circondano il campo di volo e costringono i giovani ad aderire alla Repubblica di Salò. Berghinz dopo essersi rifiutato riesce a fuggire dal luogo in cui è prigioniero e con un viaggio avventuroso riesce a ritornare a Udine.
Riprende gli studi e si laurea in giurisprudenza, ma nei primi mesi del 1944 è di nuovo impegnato nelle attività clandestine della resistenza osovana in Udine, addetto alla sorveglianza delle truppe di occupazione ed al rifornimento dei fazzoletti verdi che combattono in montagna.
Per un periodo riesce ad evitare il peggio, ma una o più spie lo segnalano alla polizia germanica che tenta di coglierlo nel sonno. Riesce a fuggire attraverso i tetti, ma dalla casa del fascio lo vedono e viene catturato. Portato nella sede della SD in via Cairoli è più volte sottoposto a dolorose torture ma non apre bocca, non tradisce gli amici. Trasferito alle Carceri del Coroneo a Trieste subisce orribili violenze da Odilo Globocnick in persona, il capo della polizia del Litorale Adriatico. Moribondo viene prelevato da una “macchina nera” e portato alla Risiera, di nuovo torturato e poi non si è saputo più nulla, scomparso nel forno crematorio.
L’Osoppo lo ricorda con gratitudine e per questo dopo una breve preghiera del parroco di San Rocco ci saranno alcune brevi commemorazioni da parte delle autorità civili e militari presenti e del Presidente dell’APO Roberto Volpetti. La relazione ufficiale sarà tenuta da Roberto Tirelli autore di un libretto biografico su Berghinz –nome di battaglia Barni edito in questa occasione dall’Osoppo. Saranno presenti alla cerimonia la nipote di Giovanni Battista, la signora Alessandra Bernabò Munno e il cugino Alessandro Berghinz.