A poche settimane dalla scomparsa di Cesare Marzona, presidente della Associazione Partigiani Osoppo, è mancato un altro protagonista della Resistenza osovana: domenica 3 giugno è morto infatti Mario Toros, 95 anni, protagonista di una storia straordinaria.
Nato nel 1922 da una umile famiglia, a 14 anni va a lavorare in ferriera che fu per lui una grande scuola di vita. La guerra lo porterà in Liguria, nell’Arma aereonautica, da dove rientrerà in Friuli dopo l’8 settembre. Il ritorno al suo paese di Feletto Umberto alle porte di Udine, lo porterà a prendere contatto con la resistenza osovana, alla quale partecipò con il nome di battaglia di “Abba” e distinguendosi con le sue doti di propagandista, in questo incoraggiato dal suo parroco che aveva apprezzato le sue doti di umanità oltre che oratorie.
Nel dopoguerra Toros assunse via via ruoli sempre più importanti nel mondo sociale e politico di quegli anni, carichi di fermenti e di tensioni: fu fra i protagonisti del sindacato cristiano dei lavoratori, prima nella ACLI e poi nella Cisl di cui fu nel 1948 uno dei fondatori. Seguì l’impegno nella politica: nel 1958 fu eletto per la prima volta alla Camera, cui seguirono altre sei legislature, fino al 1987. Nei difficili anni che vanno dal 1974 al 1976 fu chiamato a ricoprire la carica di ministro, prima del lavoro e poi delle Regioni, dimostrando impensabili capacità di mediazione, conducendo estenuanti trattative che spesso si trascinavano per intere nottate ed in cui era indispensabile possedere speciali doti di resistenza.
Finita la responsabilità parlamentare e governativa si dedicò in particolare al mondo della Emigrazione che in Friuli è una realtà particolarmente viva: sono milioni infatti i friulani e i loro discendenti sparsi nei cinque continenti. Toros assunse la presidenza dell’Ente Friuli nel mondo, e divenne ambasciatore della Regione nei paesi dove si trovano la comunità friulane più numerose: Argentina, Australia, Canada, Brasile, Stati Uniti, e i paesi Europei, incontrando quelle comunità così desiderose di mantenere un contatto con i loro paesi di origine.
Negli ultimi anni Mario Toros si è dedicato con particolare impegno alla Associazione Partigiani Osoppo, formalmente rivestendo il compito di presiedere il Collegio dei Probiviri (collegio che non ha mai avuto peraltro necessità di riunirsi…); in realtà egli fu un ascoltato consigliere soprattutto nei momenti più difficili che l’APO ha vissuto in questi anni: anni difficili ma anche densi di soddisfazioni, come la visita del Presidente Napolitano a Faedis per rendere omaggio ai caduti di Porzus. In tale occasione fu determinante il rapporto personale e di amicizia che Toros intratteneva con Napolitano. Così come fu essenziale il suo sostegno nella decisione di invitare per la prima volta dal 1945 la delegazione dell’ANPI a partecipare alla cerimonia di Porzus.
Mario Toros ci ha lasciato una straordinaria eredità: anzitutto di uomo capace di ascoltare la gente soprattutto quella più umile. Lo si poteva constatare ogni qualvolta partecipava a qualche occasione di incontro: ogni volta qualcuno si avvicinava a lui ringraziandolo per un favore, un aiuto e un sostegno, avuto chissà quando e che aveva risolto chissà quanti problemi. Una eredità anche di uomo politico, capace di indicare i gesti e le modalità importanti, come quando ci ricordava che “Noi dell’Apo dobbiamo sempre stare con i sindaci, perché il sindaco rappresenta la gente, la nostra gente e quindi ad essi va il massimo rispetto.”
Udine, 4 giugno 2018