Una giornata intensa quella di sabato 7 ottobre a Finero per commemorare l’eccidio di Attilio Moneta e di Alfredo Di Dio.
Il programma vasto e articolato ha avuto inizio al cimitero di Malesco dove le autorità comunali e provinciali hanno portato il loro saluto. Sono stati deposti fiori alla tomba di Attilio Moneta e, all’uscita dal cimitero c’è stata la prima lettura scenica di Cristina Barberis Negra, narratrice, di Roberto Galluccio, teatrante e di Massimo Losito alla fisarmonica. Il testo si ispirava al piccolo diario di Carlo Dozzo il partigiano che nel momento drammatico della difesa dell’Ossola liberata conobbe Alfredo Di Dio. Seguiva un breve intervento storico sulla scelta che fece l’8 settembre 1943 il tenente di fanteria corazzata al primo reggimento carristi di Vercelli, Alfredo Di Dio. La scelta pronta e determinata di ribellione ai nazisti che avevano immediatamente preso possesso delle caserme costringendo buona parte dei militari in Italia e all’estero a consegnare le armi e ad arrendersi, fu per i fratelli Di Dio scelta di fedeltà alla patria e di amore per l’Italia.
Da Malesco il gruppo si è spostato al cimitero di Finero dove, di fronte al monumento ai caduti del rastrellamento del giugno 1944, c’è stata la seconda lettura scenica ispirata alla testimonianza di Maria Peron, infermiera che assisteva i partigiani feriti e, all’occorrenza, anche la popolazione della Val Grande impervia e selvaggia. Seguiva l’intervento di Grazia Vona sul ruolo delle donne nella Resistenza e la deposizione dei fiori al cimitero con l’appello dei partigiani caduti, sempre presenti nei nostri cuori.
Da Finero il gruppo si spostava verso l’area monumentale del Sasso dove avvenne l’eccidio di Attilio Moneta, colonnello di Cavalleria comandante il centro rifornimento quadrupedi di Grosseto, e di Alfredo Di Dio. La terza lettura scenica è stata tratta da “Una Repubblica Partigiana” di Giorgio Bocca e da una testimonianza di Aimone Finestra all’epoca arruolato nei militari della RSI che aveva sferrato l’offensiva il 9 ottobre. Seguiva l’intervento di Emanuele Rossi, presidente del Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso, che ricordava l’atteggiamento responsabile del Comandante Alfredo Di Dio nel voler salvaguardare la vita dei suoi uomini, ponendo sé stesso nella situazione di massimo pericolo fino all’estremo martirio e al sacrificio de “La vita per l’Italia” e ricordando le recenti parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
A Cursolo, presso il monumento dei caduti, c’era l’ultima lettura scenica con testi tratti da “La mia patria è un volto” di Tahar Ben Jelloun, lirica di grande suggestione tra le catene montuose delle Alpi Lepontine nel silenzio rotto dalle voci narranti e dalle note della fisarmonica. A conclusione l’orazione ufficiale è stata tenuta da Mauro Cavalli dell’Università di Pavia e la cerimonia religiosa da Don Pierino Lietta che ha dato la benedizione ai caduti ricordati sul monumento e al medagliere della FIVL con le sue 156 medaglie d’oro dei partigiani autonomi caduti nella guerra di Liberazione Nazionale. Paolo Rossetti, vicepresidente nazionale della FIVL, concludeva con un ringraziamento per la partecipazione numerosa e molto coinvolta nella commemorazione.
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COMMEMORAZIONE DELLA MORTE DI ALFREDO DI DIO e DEI PATRIOTI DELLA VALTOCE
Domenica 1°ottobre al Santuario della Madonna del Boden di Ornavasso è stata celebrata la Messa di suffragio dei caduti della Resistenza, durante la quale è stata letta “La preghiera del ribelle” di Teresio Olivelli. Al termine è stato deposto un mazzo di fiori al monumento del partigiano ribelle per amore e al monumento dedicato a Teresio Olivelli sul piazzale del Santuario. Dopo la benedizione ha pronunciato il discorso ufficiale il Presidente del Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso ricordando il luogo come sede del Comando della Valtoce e la figura indimenticabile del suo primo Comandante: Alfredo Di Dio.
Al pomeriggio presso il Museo sono state conferite con una breve cerimonia alcune tessere della FIVL ai pochi partigiani superstiti e ad alcuni parenti stretti di caduti per la libertà. Si sono susseguite visite guidate al Museo fino a sera.
Di seguito alcune immagini della manifestazione del 7 ottobre: