“Vi è una gioia che i dolori più profondi non distruggono, essa s’illumina di una promessa divina: «Le vostre pene si trasformeranno in gaudio».
Tanto affettuosamente.
Bassano 9-12-1944”.
Con grafia infantile, Tina Anselmi scrive queste poche righe sul diario della sua compagna di banco, che poche settimane prima aveva perduto il fratello partigiano, fucilato sul Grappa. In quei giorni terribili, tutte le classi delle scuole bassanesi erano state obbligate a vedere i corpi degli impiccati di Bassano, ma proprio quello spettacolo orrendo, che, negli intendimenti dei nazifascisti, avrebbe dovuto dimostrare la fine della Resistenza, aveva spinto Tina Anselmi a diventare staffetta partigiana. Per lei e per i molti giovani che venivano dalle fila dell’Azione Cattolica, l’utilizzo delle armi era una dura necessità, una scelta inevitabile per por fine alla guerra ed arrivare alla Liberazione, alla pace.
La guerra maledetta che dal 24 febbraio insanguina l’Europa rende particolarmente vive ed attuali quelle circostanze e le scelte che ne derivarono, così come le parole iniziali ci aiutano ad allargare lo sguardo, ad andare oltre le tristi cronache quotidiane, a continuare a pensare e costruire un futuro migliore.
Buon 25 aprile 2022