La sera del 4 agosto del 1944, fuori porta Elisa a Lucca, i tedeschi, dopo un processo sommario, fucilarono il parroco di Fiano don Aldo Mei. Reo di essere stato vicino ai partigiani, che comunicava e presso i quali celebrava la S. Messa, ma anche di aver nascosto un ebreo e tenuto una radio. Ma fu soprattutto colpevole per aver prestato la carità a chi nei momenti bui della guerra, aveva bisogno e tendeva la mano in cerca di aiuto. Don Aldo Mei rappresenta il clero lucchese, che pagò il più alto tributo di sangue durante la guerra civile tra il 1944 e il 1945. Il Pastore “niente” buono, come fu definito dai tedeschi, non si sottrasse al proprio ministero e rimase accanto alla sua comunità fino in fondo. Proprio come don Innocenzo Lazzeri a Sant’Anna di Stazzema, don Michele Rabino a Bardine di S. Terenzo, don Luigi Ianni a Vinca.
Per i tipi di Tralerighe libri editore e con la prefazione di Andrea Giannasi, Simonetta Simonetti, presidente dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà – Lucca e Pisa, ne rievoca la figura in “Pastore “niente” buono. Don Aldo Mei. Ruota 3 marzo 1912 – Lucca 4 agosto 1944”.