Torna a Cuneo il ciclo “Resistenze di Oggi”

Tornano gli appuntamenti  di Resistenze di Oggi – Informare per Resistere del Centro Culturale “don Aldo Benevelli” dell’Associazione Partigiana Ignazio Vian di Cuneo, aderente alla FIVL. In occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il tema guida sarà la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza.

La XII edizione della rassegna offre momenti di riflessione e confronto sui Valori fondanti della nostra Democrazia, approfondendo il legame tra la Resistenza e la Carta Costituzionale, sul ruolo fondamentale della partecipazione civica, sul fascismo e l’antifascismo e sulle nuove Resistenze. Tre appuntamenti primaverili per rinnovare l’impegno civico e la partecipazione, con conferenze e dibattiti tenuti da accademici, storici, giornalisti e rappresentanti del mondo politico/sociale, che potranno essere seguiti anche in diretta streaming su Nelr.it-Non è la radio.

Resistenze di Oggi – Informare per Resistere ha il Patrocinio della Città di Cuneo e il contributo di Fondazione CRC. Sostengono l’iniziativa la FIVL-Federazione Italiana Volontari della Libertà, gli Istituti Storici della Resistenza della Società Contemporanea delle province di Cuneo e di Piacenza, la Fondazione Nuto Revelli, ANPI Cuneo, Service Center Onlus-Casa di accoglienza temporanea in Cuneo via Fossano nr. 20, Libera Voce – Libera Cuneo.

Gli incontri, a ingresso libero, si svolgeranno a Cuneo a partire dalle ore 21; il primo incontro presso lo Spazio Varco di via Pascal,. 5/L, gli altri due presso lo Spazio Incontri della Fondazione CRC di via Roma, 17. Per informazioni: viancuneo@libero.it.

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Mercoledì 2 aprile 2025 – Democrazia e Costituzione a 80 anni dalla Liberazione con Pier Luigi Bersani,  Presidente dell’Istituto di Storia contemporanea di Piacenza.

La nostra Repubblica democratica è nata dal primo voto popolare dell’Italia liberata dalla dittatura fascista e dall’invasione nazista. L’antifascismo è il filo che lega la lotta di liberazione alla Carta Costituzionale. Una lotta di liberazione intesa anche come liberazione dalla sopraffazione, dalla privazione delle libertà personali, dal condizionamento del consenso. La nostra Carta Costituzionale è antifascista ma anche antirazzista perché si fonda sulla libertà, sull’uguaglianza, sulla democrazia, su una società aperta che si arricchisce nelle diversità. Democrazia è  confronto, discussione, partecipazione, garanzia dei diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo, dell’uguaglianza, delle libertà di ciascuno come singolo e nelle manifestazioni sociali. Essere antifascisti oggi significa impegnarsi perché i principi costituzionali siano pienamente applicati, perché solo con  la partecipazione consapevole dei cittadini alla vita pubblica e l’esercizio del diritto di voto si possono evitare derive autoritarie.

C’è stato chi ha detto no, chi ha avuto il coraggio di alzare la voce, chi ha preso l’olio di ricino, le botte, è stato torturato, è finito in prigione, impiccato o fucilato – dice Pier Luigi Bersani – c’è stato chi ha preso le armi. Questa gente ci ha dato una Costituzione e una democrazia che, per quanto possano essere imperfette, ci consentono di essere qui oggi, ciascuno con le proprie idee.

A 80 anni dalla Liberazione abbiamo il dovere di chiederci se siamo stati all’altezza dei sogni e delle speranze per cui le partigiane e i partigiani hanno combattuto schierandosi dalla parte più rischiosa ma giusta in coscienza e giusta nella prospettiva storica, perché non era e non è affatto indifferente stare di qua o di là, stare coi resistenti o con il fascismo e il nazismo.

 

Giovedì 10 aprile 2025 – Fascismo e antifascismo. Una nazione che non ha fatto i conti con il Ventennio con Gianni Oliva, storico e giornalista.

Il passato che non passa. La rimozione collettiva delle responsabilità ,  il salto degli italiani sul carro dei vincitori, fingendo che il fascismo lo avessimo subito e che quindi il 25 aprile avessimo vinto la guerra, per arrivare ad una epurazione mancata perché per eliminare una classe dirigente (fascista) bisognava averne un’altra a disposizione (cosa impossibile poiché quasi tutto e tutti erano stati fascisti). A 80 anni da quei fatti, tra tante finzioni e doppiogiochismi, non si è ancora riusciti a realizzare una condivisa memoria collettiva , mentre pesa ancora su tutti noi la frase attribuita a Winston Churchill e che Gianni Oliva mette in premessa del suo libro 45 milioni di antifascisti. Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il Ventennio: “In Italia sino al 25 luglio c’erano 45 milioni di fascisti; dal giorno dopo, 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l’Italia abbia 90 milioni di abitanti”.

Alla fine del 1943 i Partigiani erano circa 18mila mentre i volontari fascisti che partirono per  Salò erano oltre 200mila. Finita la guerra in 235mila hanno ricevuto la qualifica di Partigiano ma a fare domanda sono stati oltre 600mila. E’ evidente – dice Gianni OLIVA – che c’è stato un passaggio da una posizione all’altra, molti che erano fascisti  sono poi entrati nelle formazioni partigiane, alcuni per sincera conversione, ma moltissimi altri per puro opportunismo, Come disse Ferruccio Parri, capo partigiano e primo presidente del Consiglio nell’Italia repubblicana, se era comprensibile che l’intera classe dirigente del Paese non venisse epurata, era abbastanza indecente che un intero popolo si fosse autoassolto in poche ore.

Il passaggio dalla dittatura alla democrazia senza domandarsi di chi furono le colpe, facendo passare una sconfitta per una vittoria, non ha permesso di chiudere  i conti ma li ha tenuti aperti fino ad oggi.  Conoscere il passato è necessario per comprendere non per giustificare.

 

Martedì 15 aprile 2025  – Resistenza e nuove Resistenze, con Marco REVELLI, storico e politologo.

La Resistenza, la Liberazione, la Costituzione sono il fondamento della nostra società e della nostra convivenza. A 80 anni dalla Liberazione abbiamo il dovere di chiederci cos’è la libertà politica conquistata quando ogni sogno, ogni progetto, ogni ambizione dei nostri giovani viene schiacciata dal peso della precarietà a tempo indeterminato.

Avere Memoria significa poter resistere alla furia devastante della crisi – dice Marco Revelli – e potersi confrontare con l’altro in forma civile e accogliente perché si sa chi si è.

Lo spettacolo orribile della sofferenza sociale, dell’ingiustizia senza riparazione, delle guerre, dei diritti negati, del lavoro senza diritti o stabilità, dei femminicidi, dei migranti che muoiono in massa nei nostri mari, della povertà assoluta, sono le nuove Resistenze. I diritti umani di tutte le donne e gli uomini, il rispetto delle diverse culture in una società sempre più multietnica, la difesa dell’ambiente, la lotta alle discriminazioni, al neo patriarcato,  alla negazione del diritto all’esistenza e a una vita dignitosa ovunque nel mondo e a tutte le guerre, ci dicono che non esiste destino individuale slegato al destino collettivo e che il diritto di ciascuno trova compimento nell’eguale diritto dell’altro perché la società viene prima dell’individuo, gli altri vengono prima di noi.Questo è uno dei grandi insegnamenti dei Partigiani – Ribelli per amore: saper accantonare gli individualismi, le differenze, le contrapposizioni sentendosi parti integrante, facendosi carico e assumendo in prima persona la responsabilità di un bene più grande e universale perché il Partigiano era il partigiano della libertà di tutti gli italiani. Queste sono le nuove Resistenze di Oggi.

 

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