Oggi, 27 gennaio 2025, ricordiamo l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il più feroce e tristemente noto tra i lager nazisti nei quali milioni di persone furono sterminate per il solo fatto di esistere e di essere invise a una ideologia perversa e distruttrice.
La FIVL e le sue Associazioni federate sono impegnate nelle diverse città e nei territori per ricordare ciò che è avvenuto, studiarlo, approfondirlo e farlo conoscere alle giovani generazioni.
Come ci ricorda Anna Foa, studiosa dell’ebraismo, dalle pagine del Corriere della sera, il Giorno della Memoria è una data fondamentale per la riflessione sul passato ma anche per pensare l’oggi e progettare il futuro. Queste le sue parole:
«Personalmente credo il Giorno della Memoria sia sempre importante, ma che lo sia ancora di più proprio oggi: tutto ciò che sta accadendo di atroce nel mondo ci spinge a ricordare. Non possiamo abbandonare la memoria della Shoah, che è diventata un pilastro per rapportarci al passato e guardare al futuro. Una giornata diretta non tanto agli ebrei, che non hanno bisogno di ricordare, ma a tutti. Direi che è il traguardo di un percorso memoriale essenziale».
Il Giorno della Memoria, infatti, «È l’unica ricorrenza civile comune a tutti i Paesi europei: un’ occasione collettiva per battersi contro il razzismo, contro l’antisemitismo, contro la guerra. Per questo penso sia essenziale aprire la celebrazione, quindi la stessa memoria, a tutto ciò che sta accadendo nel mondo. Se la memoria deve aiutarci a guardare al futuro occorre allargare lo sguardo al contesto internazionale, sempre più drammatico, sempre più pericoloso, sempre più pieno di tragedie».
Non chiudiamo gli occhi: apriamoli, studiamo, approfondiamo i drammi che hanno portato l’uomo alla mostruosità dei lager, della Shoah e della violenza distruttrice. Ricordiamo con la consapevolezza di chi vuol fare in modo che ciò non si ripeta, come ci ammonisce Primo Levi:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.