Per gli ottant’anni del martirio di Teresio Olivelli, ribelle per amore

Ottant’anni fa, nelle prime ore del 17 gennaio 1945, Teresio Olivelli moriva nel campo di concentramento di Hersbruck a causa delle percosse ricevute per aver difeso un compagno di prigionia da un pestaggio di un kapò. La sua breve e intensa vita è una delle più significative esperienze di ribellismo di matrice cristiana che tanta parte ha avuto nella lotta di liberazione delle associazioni federate alla FIVL.

Anselmo Palini, saggista e storico che a Teresio Olivelli ha dedicato una biografia pubblicata dalle Edizioni AVE, ci ha autorizzati a condividere un suo scritto, pubblicato dalla SIR-Agenzia d’informazione della Conferenza Episcopale italiana, che ha dedicato al beato Teresio Olivelli, canonizzato a Vigevano il 3 febbraio 2018.

Lo pubblichiamo volentieri, in memoria di questo grande Padre e Fratello della Resistenza.

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Il 25 dicembre 1944, giorno di Natale, nel lager di Hersbruck non si lavora. Vitto abbondante: ben cinque piccole patate, che Teresio divide tra i compagni. Proprio il giorno di Natale, come racconta un compagno di prigionia, “Teresio venne in infermeria ad augurarci buone feste, sollevando il nostro spirito depresso con parole di vivissima fede. Per noi fu una visione del cielo. Ma egli era entrato in infermeria arbitrariamente allo scopo di sollevare le nostre anime. Era proibito a tutti entrare. Ma a Teresio importava consolare i compagni di sventura. Nell’uscire fu picchiato, schiaffeggiato, preso a calci” . Questo episodio illustra bene come Teresio Olivelli nel lager sia stato pienamente un “uomo per gli altri”, per usare un’immagine cara al grande martire di Flossenbürg, Dietrich Bonhoeffer. Il Dio di Gesù Cristo, nel lager è pienamente anche per Olivelli, come lo era per Bonhoeffer, è il Dio dell’essere “per gli altri”, che cammina sulle strade degli uomini, che aiuta e serve, che condivide, che si schiera con i più svantaggiati e oltraggiati. Il Dio dunque che di fronte alle aberrazioni della storia non può non schierarsi dalla parte delle vittime.

Il corpo bruciato in un forno crematorio

Il 31 dicembre 1944, mentre tenta di difendere un giovane picchiato ferocemente da un kapò, Olivelli riceve un bestiale calcio allo stomaco. Sul suo corpo martoriato, questa ennesima violenza produce un effetto devastante. Trasportato in infermeria, vi trascorre due settimane in agonia. Muore il 17 gennaio 1945 a soli 29 anni. Il corpo di Teresio Olivelli finisce nel forno crematorio, poi le sue ceneri sono disperse. Di lui non c’è dunque nessuna tomba, nessuna stele che indichi il luogo del suo martirio, nessuna pietra sepolcrale, nessuna scritta che ricordi il suo sacrificio. Lo stesso destino di milioni di altre persone.

Partigiano nelle Fiamme Verdi

Il lager di Hersbruck è stato la tappa finale di un cammino di maturazione e di crescita: cresciuto in Azione cattolica, nella Fuci e nella San Vincenzo, il giovane Olivelli abbracciò il fascismo, nell’ingenua convinzione che fosse possibile una sua coniugazione con il cristianesimo, e partecipò alla seconda guerra mondiale sul fronte russo con gli alpini, dove comprese la follia della politica del regime. Tornato in Italia, nella frequentazione dell’Oratorio della pace di Brescia maturò la sua definitiva fuoriuscita dal fascismo e dopo l’8 settembre 1943 divenne esponente di primo piano della Resistenza nelle file delle Fiamme verdi, con il compito di tenere i contatti fra i vari gruppi e di contribuire alla realizzazione e diffusione della stampa clandestina, soprattutto del foglio “Il Ribelle”.

Completa offerta di sé

Arrestato a Milano il 27 aprile 1944 a seguito di una soffiata, Olivelli nei lager in cui si trovò detenuto giunse alla completa offerta di sé, vittima sacrificale della barbarie nazista, agnello immolato per i propri compagni di prigionia e, più in generale, per tutti coloro che si trovavano coinvolti nel dramma della guerra. Teresio Olivelli, insignito della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, è stato indicato da padre David Maria Turoldo come “una persona meravigliosa, uno degli uomini più intelligenti che io abbia mai conosciuto”. Il 3 febbraio 2018 a Vigevano è stato beatificato. La Chiesa lo indica così come modello da imitare, come persona che nel sacrificio supremo ha compiuto il senso della sua vita, immolandosi per gli altri. La testimonianza di Teresio Olivelli è dunque quanto mai preziosa anche oggi, in un tempo in cui pare risuonare solamente il rumore assordante delle armi.

Anselmo Palini

 

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