Il 16 ottobre 2024, nella Sala Nassirya del Senato della Repubblica, a Palazzo Madama, ha avuto luogo la presentazione del volume di Grazia Vona e Margherita Zucchi Il mio comandante Alfredo Di Dio (Lampi di Stampa, 2024), scritto in collaborazione con Pier Antonio Ragozza e Carlo Fedeli. La pubblicazione ha avuto luogo grazie al sostegno della FIVL e il libro è stato realizzato nell’ambito dei progetti divulgativi del Ministero della Difesa.
Il sen. Enrico Borghi, che ha promosso l’iniziativa, è intervenuto con i saluti istituzionali, menzionando la figura di Pier Antonio Ragozza, scomparso pochi mesi or sono, e ha sottolineato l’importanza di fare memoria, perché solo conoscendo le proprie radici si può capire il presente e ragionare sul futuro.
Il Vicepresidente nazionale della FIVL, Paolo Rossetti ha portato i saluti della Federazione Italiana Volontari della Libertà e ha svolto la funzione di moderatore.
Grazia Vona ha sottolineato il lavoro di analisi di documenti provenienti da vari archivi sulla Resistenza Italiana, soffermandosi su due importanti documenti finora inediti: il “Piano O” e il “Progetto per l’impiego di formazioni ridotte a sbarramento di Val d’Ossola” che hanno dato nuova luce alla storia della Resistenza in Val d’Ossola in uno scenario nazionale e internazionale per l’interazione con gli alleati angloamericani. Si è fatto cenno alla diversa visione della guerra di liberazione e ai contrasti tra le Divisioni autonome e quelle garibaldine.
Margherita Zucchi ha sottolineato che nella sua breve vita Alfredo Di Dio, oltre a combattere per la liberazione dal nazifascismo, ha vissuto momenti difficili, a cominciare dal momento della scelta di Resistenza che, per un militare non poteva che essere immediata; altro nodo molto dibattuto fu quello delle trattative che furono da lui praticate ogni qual volta erano ritenute necessarie sia dal punto di vista strategico militare, sia per evitare inutile spargimento di sangue.
Carlo Fedeli ha ripercorso le indagini tecniche compiute da Pier Antonio Ragozza intorno alle modalità della morte di Di Dio, con calcoli balistici e attenzione alla psicologia del combattente. Resta un enigma l’informazione errata fatta pervenire al Maggiore Attilio Moneta e al Comandante Alfredo Di Dio, in base alla quale i due si avventurarono in un luogo impervio, trovando la morte.
Giovanni Burtone, sindaco di Militello in Val di Catania, ha portato la testimonianza del padre Giuseppe, partigiano della Valtoce in Val Anzasca e a Ornavasso, esprimendo tutta la stima e l’ammirazione del padre per Alfredo Di Dio, che volle realizzare proprio a Militello un importante monumento su progetto dell’arch. Giuseppe Pagano, dedicato ai fratelli Antonio e Alfredo Di Dio, nativi a Palermo e insigniti della Medaglia d’oro al Valor Militare, a Salvo D’Acquisto e alla Repubblica Ossolana, sottolineando così il contributo dato da ogni parte d’Italia alla Resistenza, nella fattispecie dalla Sicilia.
Sono poi intervenuti Paolo Sole, rappresentante di Confcooperative Sicilia, Mariano Settembri, editore del libro e figlio di Italo Settembri, partigiano della Valtoce, e Luigi Orlandi, ex ufficiale superiore del genio navale della Marina Militare italiana.
Sul maxischermo si erano proiettate l’immagine della copertina del volum e le parole scritte da Ferruccio Parri su Mercurio:
Venga il poeta, ma sia un padre, e sappia dire il compianto per questi ragazzi assassinati che avevano ancora bisogno della carezza della mamma… Dica anche dell’inguaribile angoscia di noi che trascinammo i giovani a morire. E maledica anche chi di noi li tradirà, poiché la viltà e la menzogna ci devono essere vietate.
Ecco alcune immagini della presentazione: