Domenica 18 febbraio 2024 l’Associazione Partigiani Osoppo, aderente alla FIVL, commemorerà, in collaborazione con i comuni di Attimis e Faedis, il 79° anniversario dell’eccidio delle malghe di Porzûs. In mattinata, nel cimitero di Faedis sarà reso omaggio alla tomba del giovane Franco Celledoni che fu, assieme ad altri 13 osovani, tra cui Guido Pasolini, giustiziato a Bosco Romagno.
Seguirà alle ore 10, in piazza 1° Maggio a Faedis, la deposizione di una corona sul monumento ai caduti a cui seguiranno gli interventi del sindaco Luca Balloch, del presidente dell’APO Roberto Volpetti e, delegato ufficialmente dal Governo, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Nella chiesa parrocchiale di Canebola, alle ore 11, sarà poi celebrata da don Marco Minin, Cappellano militare della Brigata “Julia”, la Santa Messa accompagnata dalla Corale “Chej dai sparcs” di Tavagnacco, a cui seguiranno gli interventi di Paola Del Din, presidente emerita dell’APO, dell’Assessore comunale Federico Pirone che porterà i saluti della Città di Udine, medaglia d’oro alla Resistenza, della consigliera Manuela Celotti in rappresentanza del Consiglio Regionale e di un rappresentante dei parlamentari eletti in regione. Concluderà il vicepresidente della Giunta Regionale Mario Anzil. Seguirà quindi il pellegrinaggio alle malghe di Topli Uorch per onorare i caduti della Brigata Osoppo.
Nell’occasione il Presidente FIVL ha inviato all’A.P. Osoppo il seguente messaggio:
Care amiche e cari amici,
impossibilitato a partecipare di persona, per il tramite del presidente Volpetti desidero porgere a tutti il fraterno saluto della Federazione Italiana Volontari della Libertà. Saluto con particolare affetto la M.O.V.M. Paola Del Din, presidente onoraria dell’APO e della FIVL, che con la sua storia personale rappresenta l’orgoglio della Federazione e delle Associazioni che la compongono; del pari estendo il saluto cordiale e deferente alle autorità intervenute, alle Associazioni presenti e ciascuna e ciascuno di voi.
Sono trascorsi quasi ottant’anni dalla strage dei partigiani osovani alle malghe Topli Uorch, uccisi a causa di una furia ideologica che ha macchiato la storia della Resistenza combattuta sul confine orientale d’Italia. L’evento, drammatico e violento, è stato precisamente esaminato e ricostruito dalla storiografia più autorevole, sviscerando e chiarendo le responsabilità morali e materiali, finalmente note anche al grande pubblico.
Ricordare i caduti di Porzûs è, prima di tutto, onorare chi è morto lottando per la libertà da ogni dittatura: quella ventennale del fascismo, che aveva lacerato e distrutto l’Italia dal 1922, e quella che si andava prefigurando oltre il confine orientale e che aveva nell’ideologia comunista la sua guida e il suo modello di riferimento. I martiri osovani hanno combattuto perché la libertà fosse piena e concreta, coniugata con la democrazia, aperta al confronto e al dialogo tra tutte le componenti della società: una lotta che fu davvero e pienamente “per la libertà”, stroncata da mani che dovevano essere alleate nel progetto di liberazione e sono invece state strumento di sopraffazione e di morte.
Come ho avuto modo di dire l’anno scorso a Canebola, i martiri di Porzûs sono anche i martiri della Federazione. Anche per questo, i rappresentanti della FIVL nel Comitato Onorificenze al Valor Militare presso il Ministero della Difesa hanno lavorato alacremente e con grande impegno, per quanto di loro competenza, per veder alfine riconosciuto l’eroismo dei caduti osovani con l’assegnazione della doverosa medaglia al valore. Un impegno che ribadisce una volta di più la comune e condivisa centralità dell’impegno di APO e FIVL nel promuovere la conoscenza della storia e nel valorizzare la memoria dei Martiri di Porzûs: un impegno che tutte le donne e gli uomini di buona volontà che hanno a cuore la Resistenza e la Repubblica non possono che condividere, sostenere e continuare con orgoglio a promuovere.
Con molta cordialità,