Tornano gli appuntamenti di “Resistenze di Oggi – Informare per Resistere” del Centro culturale “don Aldo Benevelli” dell’Associazione Partigiana “Ignazio Vian”, presso lo Spazio Incontri della Fondazione CRC, via Roma, 15 – Cuneo.
Giunto al suo decimo anniversario, nell’anno in cui don Aldo Benevelli avrebbe compiuto il secolo di vita, Resistenze di oggi nacque nell’autunno del 2013 quando, per idea di don Aldo, l’Associazione Partigiana Ignazio Vian di Cuneo creò il suo circolo culturale, divenuto poi nel marzo 2017 Centro Culturale Don Aldo Benevelli.
Il ciclo autunnale di incontri culturali è dedicato alla legge fondamentale di tutti gli italiani in cui sono stati fissati i Valori e gli ideali della Resistenza, la Costituzione italiana, che compie 75 anni dalla sua entrata in vigore.
Sabato 28 ottobre 2023 ore 21 L’importanza di fare memoria. Il coraggio di scegliere, con Mario Calabresi, giornalista e scrittore.
Quando venne approvato il testo della Costituzione italiana nella seduta dell’Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947, mancava quasi un anno all’approvazione, da parte delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani (10 dicembre 1948). eppure ciò che colpisce, a tanti decenni di distanza, è proprio la sintonia tra quanto previsto negli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione e quanto affermato dalla Dichiarazione che poi l’Italia recepì. Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica italiana, affermò : “l’ho letta attentamente! possiamo firmare con sicura coscienza”. Quanti italiani oggi possono affermare lo stesso? E quanto è importante ricordare? Quanto è importante l’ascolto delle testimonianze per capire, modificare anche il nostro modo di pensare?
A Mario Calabresi sarà consegnato il “Riconoscimento don Aldo Benevelli 2023” speciale centenario della nascita del partigiano prete, con la seguente motivazione : “Per saper raccontare storie vere che danno colore alla vita”.
Sabato 4 novembre 2023 ore 21 Guerre. Migrazioni, con Domenico Quirico, giornalista, scrittore e reporter di guerra.
Domenico Quirico ha ricevuto il “Riconoscimento don Aldo Benevelli 2022”. Il suo lavoro è sempre stato quello di vedere il mondo da vicino e raccontarlo per tutta la vita. Orrori di guerre che Domenico Quirico ha vissuto sulla propria pelle, camminando tra le macerie delle città distrutte dove lui stesso ci dice che tutto é orizzontale. Quirico è una voce d’eccezione che ci racconta da anni la paura che accomuna soldati e civili, l’insensatezza dei conflitti ma soprattutto la necessità di restare umani, per combattere i fanatismi e mantenere viva la memoria come primo e fondamentale strumento per costruire un futuro di pace. L’articolo 11 della Costituzione italiana dice che l’Italia ripudia la guerra. La scelta del termine “ripudia”, invece che “rinuncia”, racchiude in sé la condanna morale verso gli orrori e la distruzione causati dalla seconda guerra mondiale e, soprattutto, il rifiuto di ogni propaganda militarista, di politiche e ideologie che giustifichino o nobilitino l’utilizzo della guerra – di aggressione e offesa, oltre che come alternativa legittima allo sforzo diplomatico e al dialogo in caso di controversie internazionali. Purtroppo, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, il mondo ha continuato a soffrire per la guerra: circa 300 i conflitti. I morti forse decine di milioni. Forse il conto supera quello della seconda guerra mondiale. L’Africa è il continente con il maggior numero di conflitti, seguito dall’Asia, la nostra Europa, il Medio Oriente. Ancora oggi per milioni di persone nel mondo i diritti stabiliti dalla Dichiarazione Universale sono solo sulla carta. Ancora troppi i governi che continuano a calpestare i diritti dei loro cittadini per mantenere il potere e i privilegi di pochi.
Sabato 11 novembre 2023 ore 21 Lotta alle mafie. La confisca dei beni ai boss, con Franco La Torre, storico, esperto di cooperazione internazionale e di sviluppo locale sostenibile.
La Costituzione italiana è il primo vero testo antimafia del nostro paese perché la vera mafia non é quella delle bombe e degli omicidi ma quella dei privilegi, dei poteri, della finanza sporca e spesso insanguinata. La lotta alla mafia, come diceva Pio La Torre, padre di Franco, fa parte di una più generale battaglia per la democrazia.
Pio La Torre è stato l’ideatore delle legge che ha introdotto i l reato di associazione di stampo mafioso e il sequestro e la confisca dei beni ai mafiosi. una legge che segna il confine , il prima e il dopo nella lotta alla mafia in Italia. Legge approvata il 13 settembre 1982 che porta il suo cognome, La Torre, insieme a quello dell’allora Ministro dell’Interno Rognoni. 14 anni dopo, una legge di iniziativa popolare, la legge 109/1996 voluta dai cittadini , associazioni e altre realtà sociali, ha previsto l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, cioè come destinare o meglio restituire i beni confiscati alla società. I beni confiscati sono tanti e ovunque perchè oggi la mafia è ovunque. Quanti beni sono stati davvero affidati alla comunità? Perché ci sono tanti beni abbandonati? Cosa non sta funzionando nella gestione dei beni confiscati alla mafia?
A Franco La Torre sarà consegnato il “Riconoscimento don Aldo Benevelli 2023” alla Memoria di Pio La Torre, uomo politico e sindacalista al servizio dello Stato e della collettività.