A dimostrazione – semmai ve ne fosse la necessità – della convinzione e della coerenza nei confronti dei valori resistenziali di Enrico Mattei, accludiamo due trascrizioni di documenti storici, estratte dai verbali delle riunioni della Giunta Federale FIVL dell’11 marzo 1961 e del 24 febbraio 1962, che dimostrano inequivocabilmente a quali sentimenti fosse ispirata l’intera esistenza di Mattei, come partigiano, come uomo e come dirigente di un’impresa pubblica strategica negli anni del Dopoguerra.
Presidente Enrico Mattei, intervento di apertura della seduta della Giunta FIVL dell’11 marzo 1961 a Roma, Via del Tritone 125
[…] In maggio si riunirà a Parigi il Congresso Mondiale della FMAC [Federazione Mondiale degli ex Combattenti, n.d.r.] e la nostra partecipazione dovrà come sempre assolvere onorevolmente ai compiti di rappresentanza che ci derivano dall’essere l’unica organizzazione della Resistenza aderente al massimo consesso internazionale di ex combattenti.
Tra l’altro abbiamo assunto l’iniziativa di presentare alla ormai prossima Assemblea Generale della FMAC una mozione sulla “collaborazione tra l’Europa e le nuove Nazioni afro-asiatiche”. Tale mozione, per lo spirito che la informa, non poteva essere presentata che dalla nostra Associazione. Noi riteniamo infatti che il travaglio politico ed economico caratterizzante la rinascita dei paesi afro-asiatici sia una storica e ideale continuazione della lotta di Resistenza combattuta dai popoli d’Europa contro le loro dittature; stimiamo pertanto che i nostri popoli debbano essere i primi a collaborare con quelli d’Africa ed Asia per aiutarli a superare le incertezze e le difficoltà da essi incontrate. […]
Mattei passa all’esame del punto 4 e precisa che nelle cartelle i delegati troveranno copia di una mozione che la FIVL ha intenzione di presentare alla IX assemblea della FMAC. Il Presidente invita Ferrando a darne lettura. “La IX Assemblea generale della FMAC, richiamandosi al testo e allo spirito della Risoluzione n. 10 della Commissione II votata dall’VIII Assemblea della FMAC tenutasi a Roma, riconoscendo nella rinascita dei popoli africani ed asiatici il segno più evidente di una maturazione della coscienza liberale del mondo moderno, convinta che tale idea liberale trova, in una giusta prospettiva storica, uno dei suoi principali stimoli nella Lotta di Liberazione dal nazismo, dal fascismo e da ogni tirannide a suo tempo combattuta dai popoli europei in nome di una libertà di autodeterminazione e di coscienza che non potesse essere – e non fu intesa, infatti, come tale – patrimonio di alcuni pochi a danno di altri, certa che i popoli d’Europa sono favorevoli a che nuovi membri della comunità mondiale debbano trovare autonomamente la via per realizzare le loro più profonde e legittime aspirazioni, certa altresì che all’Europa, in nome della sua tradizione di libertà e di progressi, spetti non solo il diritto ma anche il dovere di collaborare, su un piano di perfetta parità con quei popoli affinché essi possano al più presto, e senza dover superare un ingiusto travaglio, realizzare le proprie fondamentali aspirazioni, persuasa che ogni collaborazione in tal senso debba spazzare via preliminarmente ogni antiquata dottrina e concezione di tutela politica, di paternalismo e di sfruttamento economico, e che pertanto una profonda revisione di concetti, di mentalità, di moralità debba essere compiuta dalla parte migliore e più consapevole degli Europei, notando che questa revisione non può essere compiuta che nel nome e nel segno della Resistenza a qualunque forma di oppressione e che soltanto richiamandosi a questa matrice ideale la coscienza europea può rinnovare in pieno la sua migliore e più grande tradizione storica, mentre invita i governi d’Europea a voler portare avanti il processo di costruzione europea quale unico mezzo per accantonare definitivamente le rivalità economiche e politiche che furono tra l’altro cause dell’imperialismo e del colonialismo, fa appello alle Associazioni combattentistiche europee aderenti alla FMAC perché ciascuna, nei rispettivi paesi, tenda a consolidare la coscienza democratica del problema delle collaborazioni con i popoli afro-asiatici nelle spirito delle loro aspirazioni all’indipendenza, alla libertà ed al progresso sociale, premesse fondamentali per la pacifica e civile evoluzione del mondo futuro. […]
Presidente Enrico Mattei, intervento di apertura della seduta della Giunta FIVL del 24 febbraio 1962 a Roma, Via del Tritone 125
L’on. Mattei apre la seduta e desidera anzitutto ringraziare i convenuti ed estendere il suo ringraziamento a tutti i nostri iscritti per la unanime, affettuosa solidarietà dimostratagli in occasione delle minacce rivoltegli da ambienti politici di estrema destra. La FIVL, con il suo intervento, ha bloccato molte manovre e, attraverso “Europa Libera” [il periodico edito dalla Federazione n.d.r.], ha chiaramente denunciato responsabilità di ambienti e uomini politici dell’estrema destra nazionale ed internazionale. Vi ringrazio anche perché la vostra solidarietà si è allargata, dalla persona, alla comprensione del lavoro che vado svolgendo nell’interesse del Paese. […] (L’on. Mattei) non ha mai imposto il suo personale punto di vista nella determinazione dell’indirizzo politico della Federazione, anche se ha ritenuto suo dovere di Presidente, e suo obbligo di ex partigiano, sollecitare una presa di posizione quando erano in gioco interessi ideali che si riferivano, senza ombra di equivoco, all’essenza stessa della Lotta di Liberazione. […]
Non possiamo dimenticare che la nostra fu una lotta contro l’ingiustizia, la sopraffazione e la prepotenza per il trionfo della libertà, una libertà intesa nel senso più lato della parola. Fu una lotta dura, ma ci sorresse sempre l’ambizione di combattere per un mondo migliore, privo di egoismi, libero e giusto, ove la democrazia avesse vita senza troppi “adattamenti”. Noi, come ex combattenti della Libertà, siamo naturalmente per una forma di governo democratico e contro ogni dittatura, ma non sarà male ancora una volta ricordare che la democrazia e i suoi ideali si difendono con le armi della libertà e della giustizia sociale. Noi crediamo nell’avvenire e nel progresso del nostro Paese e del nostro popolo soprattutto perché crediamo nei mezzi di questo nostro sviluppo, convinti che appoggiando riforme sociali coraggiose, sopprimendo i privilegi e restringendo l’area della miseria si continua la lotta che iniziammo all’insegna della giustizia e della libertà molti anni fa.
La nostra Federazione ha fatto sentire la sua voce ogni qualvolta la libertà era in pericolo in Italia e altrove, senza “distinguo” di schieramenti politici e di razze. Perché chi opprime è nostro avversario e chi è oppresso e lotta per la sua liberazione ci trova naturalmente al suo fianco. Convinti come siamo della validità di quanto abbiamo sinora affermato, riteniamo che la Resistenza abbia ancora una funzione da svolgere, sia ricordando nella maniera più degna chi per essa ha sacrificato la vita, sia vigilando perché i suoi principi siano sempre presenti particolarmente a chi ha la responsabilità di governare il Paese. Con questi intendimenti continuiamo il nostro lavoro certi così di proseguire il cammino iniziato tanti anni fa con la Lotta di Liberazione. […]