Il Raggruppamento Divisioni Patrioti “A. Di Dio” ha partecipato, il 24 aprile, alla presentazione del libro “Partigiani in Val Grande”, presso la sala del Consiglio Comunale di Cuggiono (Milano), con l’organizzazione dell’Ecoistituto Valle del Ticino, il coordinamento del giornalista Roberto Morandi e la prolusione di Oreste Magni, oltre che degli autori Nico e Lino Tordini.
“Partigiani di Valgrande” è un testo frutto di un lavoro pluriennale di ricerca storica preciso, puntuale ed appassionato. E’ un contributo corposo e importante per un’ampia narrazione storica del terribile rastrellamento nazifascista del giugno del 44 in Valgrande. E’ una ricostruzione fedele e un’analisi giorno per giorno di vicende e accadimenti. Aspetto nuovo ed estremamente interessante è la ricostruzione dettagliata degli spostamenti in contemporanea e in parallelo, in zone distinte, degli uomini della Valdossola, della Battisti, della Giovane Italia per sfuggire alla morsa del rastrellamento nazifascista con il suo corredo di incendi, uccisioni e violenze. L’ impostazione della ricerca ha permesso di portare alla luce o di esplicitare alcuni episodi-chiave del rastrellamento, di ricostruire nei dettagli il contesto e la dinamica di altri episodi finora documentati solo in modo sommario e di far emergere fatti ignoti dal grande valore storico e umano.
La ricerca degli autori si avvale dell’apporto documentale degli archivi resistenziali e di racconti e testimonianze orali, alcune assolutamente inedite, dei partigiani allora protagonisti divenuti così costruttori con la loro personale storia della Storia. Tedeschi e fascisti (15.000 tedeschi e 2000 fascisti) attaccarono per le due settimane finali di giugno le formazioni partigiane (450/500 uomini in tutto) sulle montagne della Val Grande e della Valle Intrasca: volevano distruggere le formazioni partigiane operanti in quelle zone, senza tuttavia riuscirci. L’estate del ’44 vide infatti una ripresa e un incremento di tutte le formazioni partigiane operanti in Ossola e nel Cusio e Verbano.
E’ un racconto dei dolori, delle speranze, delle scelte di uomini che con la loro vita, la loro storia hanno costruito una pagina importante della Resistenza italiana. Il libro si propone di fornire una visione d’insieme degli eventi, completo e dettagliato, frutto di una comparazione critica del materiale già pubblicato e diffuso, integrato con documenti inediti, testimonianze del tutto nuove o mai rese pubbliche, sopralluoghi sul campo. “Vuole essere una narrazione quanto più oggettiva possibile dei fatti accaduti, constatato che la verità assoluta non esiste”, hanno detto i due autori. Protagonista insieme ai partigiani è la Val Grande che Nino Chiovini ha definito “luogo dell’anima” molto caro ai due autori. Si vengono anche delineando le ragioni e le modalità del dissidio tra Superti, comandante della Valdossola, e Mario Muneghina, il “capitano Mario” suo vice, nel quadro complessivo delle frizioni tra le diverse formazioni autonome ampiamente presenti e maggioritarie in Ossola, Cusio, Verbano e i garibaldini.
Si viene così descrivendo un racconto che sviluppandosi oltre l’arco temporale del rastrellamento della Val Grande si riferisce all’intera esperienza resistenziale del Verbano, del Cusio e dell’Ossola, dalla liberazione di Domodossola alla rioccupazione nazifascista della zona liberata, compreso per esempio una narrazione ulteriormente approfondita ed in alcuni aspetti innovativa delle dinamiche dell’agguato di Finero, dove morirono Moneta ed Alfredo Di Dio. Le ricostruzioni, le testimonianze, i documenti, i testi presenti in tutto il lavoro vengono considerati a partire dalle parole di uno degli autori che meglio delineano lo scopo e la natura stessa dell’opera.
“Mi ero reso conto che al di là delle parziali inesattezze e incoerenze nei racconti dei testimoni, mancava un testo d’insieme: la testimonianze cioè erano sparse e volevo creare un’opera che permettesse di riunirle per un confronto immediato…” creando così un vero affresco corale in un tessuto storico e memorialistico d’insieme di una Resistenza come quella del Verbano Cusio Ossola che ha ancora molte novità da scoprire, approfondire e da ricostruire.