L’Associazione Fiamme Verdi di Brescia è una delle realtà più importanti della Federazione Italiana Volontari della Libertà. Le Fiamme Verdi sono diffuse in tutta la provincia bresciana, in particolare nelle valli che furono la culla della Resistenza, vallate in cui sembra si sia accanito in modo devastante il virus che sta mettendo in ginocchio l’intera Italia.
Sentiamo dalla viva voce di Alvaro Peli, Presidente della Associazione, come stanno vivendo la situazione.
Brescia è una delle realtà che sta vivendo in modo drammatico la emergenza del Coronavirus
“È difficile trasmettere la drammaticità della situazione che stiamo vivendo. Provo a farlo con qualche numero. Io vivo a Concesio, il paese natale di Paolo VI, quindicimila abitanti e due parrocchie. Lunedì i due parroci hanno fatto una celebrazione per ricordare tutti i concittadini scomparsi per il Coronavirus dal 1° al 30 marzo: quaranta persone!
Mi è naturale confrontare il numero dei morti che viene riportato giornalmente dalle statistiche ufficiali, ma sono convinto che il numero reale dei morti a causa del virus sia tre o quattro volte tanto: non vengono infatti conteggiati coloro che muoiono in casa oppure nelle case di riposo e ai quali non si è potuto fare il tampone.
Vi sono poi casi dolorosi: coppie di anziani dove viene a mancare uno dei due coniugi e che sono soli. Non si sa più come aiutare. Oppure la situazione della Casa Madre delle Suore Operaie di Botticino, dove fino ad oggi sono morte otto suore.
Vi è poi lo smarrimento e la pena perché non è possibile salutare i nostri morti: a chi va bene, un sacerdote riesce a dare una benedizione alla bara. In tanti altri casi, il feretro viene direttamente caricato sul camion militare e portato al crematorio. Forse è una delle cose che più addolora e colpisce la nostra gente, così radicata nella fede.”
L’Associazione come sta vivendo questa situazione?
“Ad oggi abbiamo perso 32 amici che erano iscritti alle Fiamme Verdi. Ogni volta che squilla il telefono in casa è un sobbalzo: chi sarà ora?
Roberto Tagliani, il nostro vice-presidente, è continuamente impegnato ad inviare telegrammi di cordoglio alle famiglie dei nostri soci e amici scomparsi. Il nostro Cappellano, don Tino Clementi, che è anche responsabile dell’Eremo di Bienno, in Val Camonica, continua a celebrare le messe in suffragio di coloro che ci hanno lasciato.
Quello che ci fa più male è questo senso di impotenza che ci attanaglia: contro il virus invisibile non è possibile fare nulla, se non le ovvie precauzioni che le autorità ci hanno imposto.”
In questa situazione, immagino, ci saranno anche esempi significativi di solidarietà…
Certo, non mancano gli esempi di dedizione e di solidarietà. Fra queste sicuramente merita segnalata AiutiAMObrescia, la raccolta di fondi promossa dal quotidiano locale, “Il Giornale di Brescia”, insieme alla Fondazione Comunità Bresciana, che ha superato in questi giorni la somma di 15.000.000 di euro. Sono offerte di privati ed enti che vengono utilizzate soprattutto per l’acquisto di apparecchiature per gli ospedali, la distribuzione di dispositivi di protezione (come tute e mascherine), il finanziamento alle realtà che si occupano del trasporto sanitario, la creazione di nuovi posti letto nelle terapie intensive la creazione di una struttura per disabili affetti da coronavirus e l’acquisto di due ambulanze.