La Memoria come «patrimonio dell’intera nazione, che va onorato, preservato e trasmesso alle nuove generazioni». Una Memoria che va «tramandata», perché «la Shoah riguardava, e riguarda, tutti, non soltanto gli ebrei, che ne furono le vittime designate».
Le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato con forza ieri, alla Cerimonia che si è tenuta al Quirinale, vanno anche oltre la Giornata della Memoria ed indicano un impegno ed un dovere per tutti, in primo luogo per le molte associazioni che fanno parte della Federazione Italiana Volontari della Libertà, rappresentata ieri dal presidente Francesco Tessarolo.
«La Shoah trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale», ha scandito il presidente Mattarella nel suo discorso. Nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz, ha ricordato «con commozione» i sopravvissuti scomparsi nei mesi scorsi: Alberto Sed, Piero Terracina e Franco Schdnheit. «Che il loro ricordo sia di benedizione», ha aggiunto Mattarella, citando un’espressione ebraica. Il presidente della Repubblica è stato particolarmente deciso anche nell’evidenziare che «in Italia sotto il regime fascista la persecuzione di cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose: fu feroce e spietata».
Un lungo discorso che merita di essere riletto con calma e meditato.