“Gli insulti razzisti rivolti giornalmente alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone
dell’Olocausto, sono un segnale preoccupante per il riemergere pericoloso di odi, pregiudizi e violenze analoghi a quelli che hanno prodotto e accompagnato il secondo conflitto mondiale”.
Sono queste le parole con cui Francesco Tessarolo, Presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL), ha
manifestato la sua vicinanza alla Senatrice Liliana Segre. “Le dittature fascista e nazista, inoltre, ci hanno lasciato in eredità un
materialismo purtroppo privo di limiti etici, capaci di comprendere e considerare anche l’altrui pensiero. Il progresso tecnologico,
idealmente sorto per semplificare il vivere umano, favorisce invece una facile diffusione del fenomeno di imbarbarimento, che
vuole colpire con menzogne negazioniste perfino la ricchezza della antica cultura europea, nella quale è sempre stato presente
l’aspetto spirituale, in ogni caso non incidente sulla laicità degli Stati, e nell’attuale caso su quella dell’Unione Europea, perché
appartenente ad altra sfera. Abbiamo il dovere di ricordare che anche questo aspetto della cultura occidentale ha costituito un
legame unificante tra le diverse nazioni, che per questo possiamo definire europee, e che l’Olocausto – accaduto in Europa – ha
inciso profondamente anche su queste componenti intrinseche della cultura europea, e di conseguenza anche sulla UE.Per
questo, come Presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà, a nome delle ventotto associazioni che la
compongono, sento il dovere di esprimere la nostra piena solidarietà alla senatrice Segre. È nostro dovere trasmettere la
memoria e ricordare sempre che libertà e pace vanno difese quotidianamente da odi e pregiudizi, come ci dicono le parole ed i
racconti di testimoni del tempo, quali la senatrice Segre o la Medaglia d’Oro Valor Militare Paola Del Din. Guardiamo con
preoccupazione alle vicende europee ed ai molti episodi di cronaca che sempre di più contraddistinguono il nostro tempo e
consideriamo come in questo mondo sempre più connesso e complesso esista un diffuso senso di paura, a monte degli episodi
di odio e di intolleranza. Cerchiamo allora di recuperare quella serenità di giudizio e quella consapevolezza di vivere civile, che
è stato il carattere originale del mondo occidentale”.