L’Aula Magna “Giuseppe Tovini” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia era gremita di giovani e meno giovani ieri, 27 ottobre 2018, per partecipare ai lavori della giornata di studi dedicata a Teresio Olivelli “ribelle per amore” (1916-1945), Partigiano delle Fiamme Verdi, fondatore del giornale clandestino “il ribelle”, beato e martire cristiano ucciso in odium fidei nel campo di concentramento di Hersbruck, Teresio Olivelli è una delle più luminose figure della Resistenza italiana.
Il convegno, organizzato dall’Associazione “Fiamme Verdi” di Brescia, dalla Federazione Italiana Volontari della Libertà, dall’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea dell’Università Cattolica e dalla Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura ha visto una fitta e attenta partecipazione lungo tutta la mattinata, che si è svolta con grande interesse e apprezzamento dei presenti e con larga soddisfazione degli organizzatori.
I lavori si sono aperti con il saluto del Prorettore dell’Università Cattolica, prof. Mario Taccolini, che ha accolto i numerosi partecipanti e gli studenti delle classi V dell’I.I.S. “Antonietti” di Iseo e dell’I.I.S. “Olivelli-Putelli” di Darfo Boario Terme, sottolineato l’importanza del contributo di pensiero e azione del cattolicesimo resistenziale per la formazione della coscienza civile postbellica, donando al movimento cattolico figure eminenti e centrali anche per la nascita della sede bresciana dell’Università.
Dopo i saluti istituzionali a nome degli enti patrocinatori – presenti l’assessore Federico Manzoni per il Comune di Brescia, il consigliere Diego Peli per la Provincia di Brescia e il consigliere Gianantonio Girelli per Regione Lombardia – ha preso la parola il presidente federale della F.I.V.L. Francesco Tessarolo, che ha sottolineato l’importanza dell’evento e la centralità dell’azione di Teresio Olivelli nell’esperienza resistenziale delle formazioni autonome di ispirazione cattolica. Per la CCDC è intervenuto il vicepresidente Alberto Franchi, reduce dal recente viaggio a Hersbruck nel quale ha partecipato all’inaugurazione dell’Olivellihaus, un luogo di aiuto e sollievo della sofferenza per anziani e disabili intitolato al martire cristiano ucciso nel campo di concentramento di quella località.
I lavori si sono aperti con l’introduzione di mons. Tino Clementi, cappellano delle Fiamme Verdi, che ha ricordato le alte virtù morali e civili di Teresio Olivelli, riconoscendovi l’impronta cristiana autentica del dono di sé per gli altri, che gli hanno guadagnato l’onore degli altari il 3 febbraio 2018, quando Papa Francesco, per il tramite del card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, ha proclamato il “ribelle per amore” Teresio Olivelli Beato e Martire della Chiesa.
Nella prima relazione, il prof. Alfredo Canavero dell’Università degli studi di Milano ha illustrato i modi e le forme della partecipazione dei cattolici alla lotta partigiana per la liberazione, sottolineando l’autenticità e il profondo dialogo tra l’esperienza della fede e le ragioni ideali della lotta per la libertà: una resistenza “morale” che ammetteva la violenza in un quadro di “etica della necessità”.
Il prof. Rolando Anni dell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età Contemporanea ha illustrato le fasi iniziali della resistenza bresciana, dai primi movimenti organizzati attorno alle figure di Lunardi, Margheriti, Bettinzoli e Perlasca alla fondazione di «Brescia Libera» e de «il ribelle», descrivendo il quadro del contesto bresciano che ebbe rapporti con Teresio Olivelli, giunto a Brescia durante la sua fuga dall’Austria e ivi operante nei rapporti con Milano e gli altri centri dove si organizzavano le bande partigiane, fino all’aprile 1944, quando fu arrestato e deportato.
La prof.ssa Daria Gabusi dell’Università telematica “G. Fortunato” di Benevento ha invece messo in luce l’importanza pedagogica del messaggio di Olivelli e del gruppo di redattori de «il ribelle» sotto il profilo della coscienza, della rivolta interiore e della proposta di un rinnovamento della morale e della prassi politica: una lotta al fascismo non solo e non tanto con le armi della violenza, ma con quelle della filosofia, della politica, della fede e della verità.
La seconda parte della mattinata si è svolta attorno alla presentazione del volume di Anselmo Palini, Teresio Olivelli. Ribelle per amore, Edizioni AVE, Roma, 2018; dalla voce dell’autore i partecipanti hanno potuto ripercorrere nel dettaglio la parabola umana di Teresio Olivelli, passato attraverso l’esperienza del fascismo – di cui fu, in una prima fase della vita, strenuo sostenitore, anche se con posizioni riformiste in senso cristiano – attraverso la tragedia della campagna di Russia, alla quale Olivelli partecipò da volontario, maturando una profonda “conversione civile”, che già andava maturando nella sua coscienza. Il dramma della violenza e della sopraffazione vissuto in Russia trasformò Olivelli in un acerrimo avversario del fascismo: si dedicò con ogni sua forza a combattere l’ideologia della sopraffazione, della violenza e della negazione della libertà attraverso l’azione di coordinamento tra Milano e i centri della Resistenza in Lombardia e soprattutto nel progettare e ideare «il ribelle», giornale clandestino nato a Brescia e diffuso in tutta la Lombardia. Arrestato nell’aprile 1944, fu deportato a Fossoli, poi a Bolzano e a Flossenbürg. La sua spiritualità e la sua carità fraterna in aiuto dei più deboli ebbe in questi luoghi tremendi la massima vitalità e il massimo fulgore. Trasferito nel lager di Hersbruck, Olivelli fu ucciso a bastonate da un kapò per essersi opposto al pestaggio di un compagno di prigionia: dopo 17 giorni di agonia, morì il 17 gennaio 1945.
Durante la mattinata, le voci dei relatori si sono alternate a quelle dell’attore Luciano Bertoli, che ha dato voce ai protagonisti del tempo leggendo alcuni brani tratti dagli scritti di Teresio Olivelli, Laura Bianchini, Enzo Petrini e altri.
Al termine dei lavori, dopo le conclusioni di Roberto Tagliani dell’Associazione “Fiamme Verdi” a nome del comitato organizzatore, a tutti i partecipanti è stata consegnata la “Preghiera del Ribelle” di Teresio Olivelli, ristampata nella forma originaria per l’occasione. Così descriveva questo oggetto la staffetta partigiana comasca Bice Tibiletti, quando lo ebbe tra le mani per la Pasqua del 1944:
«Nell’ora più buia, quando ancora altro non si poteva fare se non tacere ed attendere, corse da mano a mano, distribuito non si sapeva da chi, un umile fogliettino grigio segnato da una croce. Portava una preghiera e, misteriosamente, emanava una luce, una luce consolatrice. Per molti di noi divenne viatico di forza e i cuori vi attinsero ogni giorno la certezza che il silenzio e l’attesa non erano inerzia, che v’era nell’ombra chi, lavorando, pregando, sacrificandosi, preparava con ardore purissimo la risurrezione. Non si seppe e non ci si chiese neppure allora chi l’avesse composta; la si accolse con la freschezza di spirito con cui le popolazioni medioevali contemplavano le loro cattedrali e ascoltavano le strofe delle loro canzoni di gesta. E strofa di un’epopea più meravigliosa di quante il Medioevo conobbe è veramente questa preghiera; anzi, non strofa, ma sintesi suprema, sgorgata non dalla fantasia di un trovero, ma dal cuore dell’eroe stesso che le gesta non canta, ma vuole vivere e vive. Oggi sappiamo chi fosse l’eroe e proviamo una commozione infinita.»
Culmine della giornata dedicata al beato è stata la Santa Messa Solenne in onore del Beato Teresio Olivelli, presieduta da Sua Ecc. Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia, celebrata presso la Chiesa di Santa Maria della Pace, luogo simbolico per la Resistenza bresciana, attorno al quale crebbero i primi fermenti antifascisti della città e presso la quale si formarono le coscienze dei protagonisti più illustri della Resistenza bresciana.