ROMA – Mercoledì 22 aprile, nella splendida cornice del Salone di Alta Rappresentanza del Ministero della Difesa di Palazzo Barberini, si è celebrata la prima cerimonia nazionale di conferimento della Medaglia della Liberazione ai partigiani e alle partigiane italiani, segno di gratitudine delle Istituzioni repubblicane ai patrioti e ribelli che settant’anni fa hanno combattuto per liberare l’Italia dalla dittatura nazifascista.
Tra i sessanta insigniti dell’altro riconoscimento, un fiero e sorridente presidente Guido De Carli, classe 1923, accompagnato da una delegazione della Giunta federale e dalla figlia Anna. Gli altri insigniti con la medaglia della Liberazione sono stati: Agape Nulli, nata a Iseo il 16 marzo 1926 (rappresentata alla cerimonia dal delegato provinciale delle FFVV Roberto Tagliani) Guerino Berneri, nato a Corteno (BS) il 13 giugno 1927 Cerri Sergio, nato a Rovasenda VC il 18-06-26 Tizzoni Giuseppe, nato a Voghera il 18/07/1933 Lelio Speranza, nato a Savona il 18/10/1926 ing. Giovanni Battista Comacchio (Rino) nato il 25 febbraio 1922 MARCHETTI FRANCESCO DALLE TEZZE GIROLAMO Aldo Tognana nato il 12/03/1920 Treviso FRANCO BRAVI nato il 24 novembre del 1926 Partigiano combattente della Brigata Garibaldi Lunense.
Nel consegnare la medaglia, il Ministro ha espresso la gratitudine di tutte le Istituzioni repubblicane, e non solo del Governo: un grazie a questi uomini e donne di ieri, guide e modelli per le giovani generazioni. La Pinotti ha detto loro: «Non stancatevi di parlate con i giovani; raccontate loro cosa è stato, fateli appassionare alla storia della Resistenza, la più bella espressione della storia italiana; parlate della paura e della forza, dell’incoscienza e del coraggio generoso per cui oggi siamo qui, a settant’anni di distanza, a dirvi solennemente: grazie!» Nell’emozionante attesa, fatta di strette di mano, abbracci, qualche lacrima di commozione e tanta, tanta fierezza, tutte le Associazioni partigiane nazionali hanno ribadito la necessità di una narrazione corale e attenta ai valori condivisi e inalienabili della Resistenza e della Costituzione: da difendere senza strumentalizzazioni, tanto oggi che si celebrano gli eroi, quanto domani, e ogni giorno: perché quella Storia ci riguarda e ci fa riconoscere come italiani.